Come già vi abbiamo parlato in alcuni precedenti articoli, NVIDIA ha inserito un blocco per il mining nella sua nuova scheda, ovvero sulla nuova Geforce RTX 3060, ma ha promesso che questo blocco sarà implementato anche nelle sue future schede, nonché in una seconda versione delle schede già “disponibili” sul mercato.
A detta di NVIDIA, questo blocco doveva essere difficile da Bypassare, visto che non era stato realizzato solo tramite Driver, ma anche a livello di BIOS e a sua detta anche a livello Hardware.

Forse NVIDIA però non aveva fatto i conti con i Miners. Ci sono volute circa due settimane per riuscire a bypassare i controlli che limitavano l’attività di questa GPU sulla blockchain di Ethereum. Questo Bypass è stato effettuato da un gruppo organizzato cinese, che ha poi condiviso i valori raggiunti dalla scheda senza il blocco per il mining.
I punteggi raggiunti da questa scheda sono pari a 45 MegaHash al secondo su Dagger Hashimoto, quasi il doppio dell’hast che si può ottenere con una Geforce RTX 2080. In seguito anche un gruppo di miners vietnamiti ha validato quest’informazione, riuscendo a sbloccare anche loro il valore di queste schede, confermando il picco di 50 MH/s. Questi risultati sono estremamente simile alla sorella 3060 Ti e alla 3070 ma con consumi decisamente ridotti, ma con consumi molto ridotti (quasi 30/40 watt in meno).
Tramite il tweet mostrato sopra si può vedere proprio il gruppo di modder della RTX 3060 all’opera. Stanno utilizzando uno stock di otto schede grafiche che come anticipato prima operano molto al di sopra del limite di mining di 20-25 MH / s di Nvidia dato dal blocco del mining, ma appunto si avvicinano ai 45 costanti.
Blocco per il mining, FLOP NVIDIA?
Possiamo fare i complimenti a NVIDIA, che ha effettivamente reso economicamente svantaggiosa la 3060 per i miner in un primo momento tramite l’annuncio e l’applicazione di questo blocco per il mining. Allo stesso tempo come ci si aspettava, (sempre considerando questi dati e test veri) è stato relativamente semplice per i miners “sbloccare” il potenziale di queste schede, e se renderanno pubblico il metodo in cui sono riusciti a farlo, o lo condivideranno con i loro colleghi, l’impegno messo da NVIDIA sarà stato totalmente inutile.

Visto queste informazioni, forse per rendere meno appetibili queste schede ai Miners bisogna solo aspettare l’uscita delle schede video dedicate a loro, ovvero la linea CMP, ovvero tutte quelle schede video che “non soddisfano le specifiche richieste di una GPU GeForce”. Potete analizzare meglio questo discorso in questo nostro articolo.
Speriamo che NVIDIA riuscirà ad evitare procedimento di sblocco simili sulle sue prossime schede video, soprattutto sulla più chiacchierata del momento, ovvero la RTX 3080 TI. C’è da dire che questi valori non sono stati confermati, ma per il momento sembrano attendibili visto la conferma da parte di ben due gruppi di Miners. Non prendiamo questi dati e questi tweet come oro colato, ma in caso siano veri, NVIDIA ha davanti un bel problema da risolvere. Attendiamo quindi altre conferme, che come al solito saranno pubblicate sul nostro Blog!
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